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Il Blues
Rivista ancora viva e vegeta passata da qualche anno alla versione virtuale in Pdf
Dal primo numero del dicembre 1982:
"Il Blues, genere musicale vivo a cui tutta la musica di
oggi deve qualcosa, nel nostro paese non ha mai avuto un pubblicazione
(con l'eccezione del coraggioso esperimento Blues power nel lontano
1973) intorno a cui i fruitori del genere potessero focalizzare i
propri interessi musicali. A differenza di analoghe riviste straniere
(Blues Unlimited su tutte), nate in tempi economici più felici e
socialmente più stimolanti anche a livello musicale (le tournée europee
degli artisti neri avevano già fecondato il terreno da cui sarebbe nato
di li a poco il Blues inglese), la nostra dovrà sfidare, oltre la
recessione economica in atto, il calo di interesse che ha seguito la
pretesa fioritura del "Blues italiano" negli anni 1978-1980, fenomeno
dovuto più che altro all'impossibilità di avere musicisti famosi a
prezzi tali che non scatenassero le ire degli autoriduttori.
Questa pubblicazione, fedele all'assunto, vuole perciò
abbracciare il Blues nelle sue accezioni più ampie e parentele più
genuine (R&B, SOUL, BLUES BIANCO) senza essere un periodico per
iniziati ma aperto il più possibile verso un pubblico giovane con una
musica che è, sempre e comunque, giovane nello spirito. I servizi
riguardano rubriche come recensioni, biografie, concerti, dischi rari;
e, dal prossimo numero, vera leccornia per gli amatori, una
enciclopedia bio-discografica a puntate collocata nelle pagine centrali
della rivista che potranno essere staccate e raccolte in volume.
Come si può leggere a pagina 23 la rivista è reperibile
solo presso alcuni negozi specializzati e per abbonamento, non per
vezzo ma per impossibilità materiali di apparire nelle edicole; si può
anche constatare che è una rivista artigianale, con mezzi non cospicui
svincolata dagli interessi di chicchessia, per scelta deliberata...."
Direttore Responsabile: Marino Grandi
Redazione: Marino Grandi, Umberto Pontone, Gianfranco Scala
Collaboratori: Al Aprile, Renato Bottani, Roberto Caselli, Ermanno
Costa, Gianni Del Savio, Carlo Gerelli, Gianni Marcucci, Beppe Modena,
Gianni Parmigiani, Marco Pastonesi, MArco Pezzotta, Dario Righelin,
Tano Ro, Roberto Ruggeri, Guido Toffoletti, Fabio Treves, Libero "Bibo"
Verda.
Scritte e disegni: Franco Summo
Grafica e impaginazione: Coop Il Guado
Indice del numero 1 - dicembre 1982 (28 pagine L.
2.500)
4 La posta del demonio
5 Alberta Hunter
9 Sleepy John Estes
13 Recensioni
19 Rhythm & Blues e Soul
21 Libri
22 Novità
25 Quel che bolle in pentola
23 Dischi rari - discografia Pink Anderson
La storia tratta dal sito della rivista:
Nel
dicembre 1982, attorno a giornalisti stanchi di essere sopportati
all’interno di riviste rock, musicisti, disc-jockey e semplici
appassionati, nacque a Milano la rivista “IL BLUES”,
trimestrale di cultura musicale interamente dedicato alla musica Blues,
che si proponeva di far conoscere, attraverso biografie di artisti,
schede monografiche di stili musicali, interviste, recensioni di dischi
e di libri, articoli tematici, quella forma musicale a cui tutta la
musica che oggi consumiamo deve qualcosa. Nel contempo, cercammo di non
creare steccati precostituiti battezzando la nascente casa editrice con
il nome di Edizioni Blues e Dintorni, in modo tale da poter ospitare
nelle stesse pagine anche quelle forme ad esso correlate, quali Rhythm
& Blues, Soul, Gospel, Blues Bianco, Rock-Blues. Per la verità il
primo numero che pubblicammo, stampato su carta uso mano (ovvero quella
dei quotidiani), poteva contare solo su 28 pagine, rigorosamente in
bianco e nero, tante copertine di dischi e nessuna foto originale.
Eppure il dado era tratto. Eravamo, ed ancora lo siamo, l’unica rivista
italiana di Blues. Infatti, nonostante la diffusione fosse affidata
quasi totalmente attraverso l’abbonamento, allora come oggi, con il
secondo numero introducemmo già alcune novità: la presenza di foto
originali, 4 pagine in più (in carta lucida) collocate al centro della
rivista e destinate ad ospitare la prima puntata della nostra
Enciclopedia Biodiscografica del Blues (che terminò nel numero 27 per
l’impossibilità materiale dei curatori di proseguire), un aumento del
numero dei collaboratori con la presenza anche di voci dall’estero,
mentre per la consistenza della pubblicazione dovemmo attendere il
numero 5 per approdare a 36 pagine. E’ ovvio che nel tempo la rivista è
cambiata, aumentato il numero delle pagine, migliorata la grafica e la
qualità della carta, ampliato l’orizzonte musicale, e realizzato
l’obiettivo che ci eravamo prefissi: non solo “scrivere” di Blues, ma
estendere il suo “ascolto”. Pur tra le mille vicissitudini che hanno
via via costellato il nostro percorso editoriale durato 30 anni,
compresa la scomparsa di amici come Felice Motta, Al Aprile, Raffaele
Bisson e ultimamente Marco Longhi, dobbiamo ammettere che numerose sono
state anche le soddisfazioni dirette ed indirette che abbiamo raccolto.
Tra queste ultime collocherei, l’ampia diffusione (impensabile quando
iniziammo) raggiunta dalla musica Blues nel nostro paese attraverso il
proliferare di manifestazioni, rassegne e festival (a cui noi
collaborammo spesso sotto mentite spoglie) che divennero nel contempo
banchi di prova per gli innumerevoli gruppi italiani impegnati a
(ri)proporre nei modi più diversi la Musica del Diavolo. Tra quelle
dirette però ne sono esistite di due tipi. Quelle ufficiali e quelle
non. Fra le prime dobbiamo citare il riconoscimento a livello
internazionale riservatoci dalla The Blues Foundation di Memphis, che
il 7 febbraio 2009 ha conferito alla nostra rivista il The Keeping The
Blues Alive Award 2009 nella categoria “Media Print”, quale
testimonianza dell’importanza del lavoro svolto nella diffusione della
musica Blues in Italia e non solo, spiegandone la scelta
definendo “IL BLUES” a «…labor of love…». Poi ci sono quelle non
ufficiali. E di queste non c’è traccia se non nei nostri cuori.
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