streghe

 

 

Le Streghe

Altro estratto dal "Blog di dante", ovviamente sempre a cura di Dante Goffetti. L'articolo completo potete leggerlo qui.

<<L’influenza di “Bleu” sul movimento della controcultura è probabilmente andata oltre quella dell’esempio per le numerose testate che sbocciarono come “cento fiori” in quegli anni, se si considera che dall’incontro tra il suo collettivo redazionale e il demiurgo Gianni-Emilio Simonetti presero avvio imprese come il primo colpo di mano nei confronti di “Re Nudo” [“Re Nudo”, n. 6 (nuova serie, n. 1), giugno 1971] e il “libro mastro della cultura alternativa e dell’underground” “…ma l’amor mio non muore” (Giannni-Emilio Simonetti e la Banda del Gobbo Internazionale, Arcana, 1971).

“Le Streghe” non ebbero, invece, altrettanta risonanza (...)

La “scuola” situazionista è evidente in alcuni articoli (in particolare: “Avviso al proletariato italiano” e “Preliminari sui Consigli e sulla Organizzazione Consiliare”) e nella presenza di due pagine di fumetti “detournati” (cioè con i testi radicalmente cambiati rispetto ai balloon originali). Inoltre, un paio di articoli si configurano come contributi originali di sviluppo del filone teorico situazionista (“Due, tre cose come contributo al progetto Controcultura” e “Appunti per la critica della ideologia della speranza”), mentre è, infine, evidente l’apertura al tema della emancipazione femminile nel fumetto detournato “Cenerentole per forza?” (come, del resto, “Bleu” aveva criticato il maschilismo patriarcale imperante anche a sinistra con l’articolo “Il fascista nel letto”).

Inoltre, il formato stesso delle “Streghe” richiama quello, alto e stretto, del terzo numero di “Hit”, mentre l’inchiostro di stampa dei testi, dei fumetti e delle figure è blu, in un’allusiva rivendicazione di filiazione (indiretta) da “Bleu”.

Tuttavia, il collettivo redazionale non solo era diverso da quello di Bleu ma si qualificava anche in modo diverso nel colophon. Mentre in quello di “Bleu” tutti i firmatari si presentavano come “direttori responsabili” (facendo uno sberleffo alle leggi allora vigenti sulla stampa che imponevano l’indicazione di un direttore responsabile, che per altro doveva essere un giornalista), “Le Streghe” erano , invece, redatte dal suo Consiglio, composto da alcuni nomi noti e altri meno noti alle cronache della controcultura mantovana e da “i compagni operai divenuti dialettici, studenti e intellettuali, il cui aiuto teorico e pratico è stato determinante.” (...)>>