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Stampa Alternativa
STAMPA ALTERNATIVA nasce a Roma nel 1971 su idea di Marcello
Baraghini (uscito fresco dall'esperienza di fondazione del Manifesto e
del Movimento dei Giornalisti Democratici, dopo esser passato per la
Lega per il Divorzio ed il Partito Radicale) e Livio Cavani, ai quali
poco dopo si aggrega il "sociologo" Guido Blumir, reduce dalla
fondazione del Sima a Milano. L'intenzione è di metter su un centro di
servizi, di dare vita ad una sorta di amplificatore per tutte quelle
voci, tante, tantissime, sparse in ogni angolo d'Italia e prive di
esperienza, di collegamenti e tartassate non solo dalla repressione
dello stato, ma anche da quella più subdola e arrogante dei gruppi
della sinistra rivoluzionaria, preoccupati se non adirittura
ossessionati che circolassero idee e materiali su argomenti considerati
tabù (droga, sesso, musica rock e creativa, ecc.). Nacquero così i
primi manuali d'uso al prezzo di copertina di 100 lire o poco più ("Fare controinformazione", "Manuale per la
coltivazione della marihuana", "anticoncezionali", "Fare macrobiotica",
"Andare in India", "Vivere bene") e le prime controinchieste ("Droghe e
marihuana", "Scienza contro i proletari", "Guru Cola"
ecc.) che ben presto divennero un fiume impetuoso di copie che invasero
l'Italia, dalle città ai più sperduti paesini, dalla Sicilia al
Trentino.
Parallelamente fu messa in piedi una rete capillare di diffusione non
solo per questi opuscoli ma per tutti quei giornali, bollettini, fogli,
alcuni dei quali prodotti da S.A. che altrimenti sarebbero restati
appannaggio di pochi intimi. Insieme a questo furono avviate e si
diffusero grandi campagne, quella per la legalizzazione delle droghe
leggere e per la denuncia dei danni che iniziavano a prodursi dalla
distorta informazione e dalla circolazione delle droghe assassine, per
l'autogestione del tempo libero, per l'aborto non più clandestino, e
concerti. Il tutto mentre, tra successi clamorosi e battute d'arresto,
funzionavano i "servizi", quello legale e medico, sui problemi di
repressione e per la droga, l'aborto, di collegamento per le comuni, di
consulenza per i minorenni intenzionati ad andarsene da casa e per
quelli che non volevano fare il servizio militare.
Tutto questo con un occhio rivolto alle esperienze 'estere' (BIT e
RELEASE di Londra, per esempio) ma anche cercando di individuare e
porre in essere contenuti e metodologie legate alla realtà italiana.
L'epicentro di questo magma, dal 1 971 al 1 976, fu a Roma: alcune
stanze a via Prato Falcone dove almeno una ventina di persone, giorno e
notte, si alternavano volontariamente ad archiviare, spedire,
telefonare, "tramare", collegare ed anche "convivere",cercando così di
realizzare il grande sogno di abbattere le barriere e gli steccati tra
privato e pubblico.
Nel 1976 varie circostanze determinarono l'autoscioglimento,
l'azzeramento di Stampa Alternativa. Anzitutto le stanchezze, i
logoramenti e le tensioni inteme per aver cercato di realizzare troppo
e subito: rivoluzione "pubblica" e insieme rivoluzione 'privata',
partendo da zero, senza riferimenti, senza cultura alle spalle,
contando solo su voglie, su pure energie. Poi
le altre concause. La repressione giudiziaria dello stato che raggiunse
l'apice, appunto nel 75, con la condannaa 18 mesi di galera, senza
condizionale, per Marcello Baraghini per il libro Contro la famiglia,
in una situazione in cui ben 1 36 procedimenti giudiziari pendevano
sulla sua testa, tutti legati a direzioni di giornali e per reati di
opinione. Risultato: un mandato di carcerazione e la prospettiva della
galera pressoché a vita. E poi, di non poco conto, la repressione messa
in opera dalla sinistra rivoluzionaria, contro le persone, le idee, le
campagne e le iniziative della controcultura. Da una diffusa e generica
ostilità, si passò, nel corso degli anni, contemporaneamente al
successo di lotte ed iniziative ed al coinvolgimento di vaste masse di
proleariato giovanile, a forme di vero e proprio boicottaggio e caccia
alle streghe messa in opera soprattutto dai servizi d'ordine di
Avanguardia Operaia, Circoli la Comune e molta parte dei responsabili
di Lotta Continua e dei Circoli Ottobre.
Stampa Alternativa rinasce negli anni '80 come casa editrice, con una
collanina, la "Fiabesca", che mira, divertendosi, a scasinare il modo
di produrre e proporre cultura: alta qualità dei prodotti e prezzo di
copertina accessibile a tutti. Bastano un paio d'anni e nelle case di
mezza italia c'è almeno uno dei volumi della Fiabesca. Poco dopo,
la seconda fase, che ancor più tende a sconvolgere le regole del gioco:
la fase dei "Container Arte", dei libri-non-libri, in cui si
privilegiano le immagini dove queste sono autonome dal testo, sotto
forma di cartoline, il libro non è più un "oggetto" da leggere e poi
tener chiuso nello scaffale, ma diventa corpo vivo, da
manipolare in vari modi a seconda di chi lo usa. Il 'non-libro' viene
spedito, incorniciato, usato per studi, seminari, giochi, nelle scuole,
nelle case, ai concerti, laddove la gente vive e si incontra, si
diverte e inventa nuove cose.
Di recente, e siamo ai giorni nostri, la terza fase: al libro-non-libro
si affiancano avvenimenti di ogni tipo per cercare di abbattere le
barriere tra le varie "culture" e scardinare tutte le regole codificate
e tutti gli approcci tradizionali alla cultura e allo spettacolo. Così
i nuovi container vengono presentati con concerti, liberi e
autogestiti, con mostre e performance nei posti di più
intensa vita e circolazione di gente. Agli inizi del 1988 Stampa
Alternativa viene affiancata nella ragione sociale da Nuovi Equilibri.
Quest'ultima sigla corrisponde ad una struttura professionale
specializzata nella distribuzione e commercializzazione dei libri
prodotti.
(scheda interamente tratta dal libro 1968-1988 Arte psichedelica e controcultura in Italia edito da Stampa Alternativa e a cura di Matteo Guarnaccia nel 1988)
"Papa'
non si tocca" *
Si
è mossa anche la Federazione nazionale
della stampa. Indignata per la sentenza
che ha condannato il
giornalista Marcello
Baraghini a un anno e sei
mesi (il massimo della richiesta
dal pubblico ministero) per
aver sottoscritto il libro rContro
la famiglia, un manuale
che spiega ai giovani come
difendersi da genitori che
abusino della loro autorità, ha
deciso di intervenire duramente. “Sono
trent'anni che aspettiamo l'abrogazione
dei regolamenti fascisti”, denuncia
Alessandro Curzi
della giunta esecutiva della federazione. “Il caso di Baraghini, il primo giornalista
che arriva alle soglie della galera,
fa finalmente esplodere il problema,
e noi lo facciamo nostro: se
entro giugno il parlamento non
eliminera le norme sui reati d'opinione,
promuoveremo un referendum
popolare di abrogazione, che si
terra nel '77”.
Trentacinque
anni, ex-redattore del Manifesto ed ex-segretario del
Movimento dei giornalisti democratici, fondatore, nel '72, di Stampa
alternativa (agenzia di controinformazione e punto di riferimento per
tutti i giovani che abbiano bisogno di assistenza tecnica e legale di
qualunque natura), Baraghini ha da sempre scelto una linea precisa
d'impegno: l'alternativa al regime. Ha prestato la sua firma di
direttore a centinaia di pubblicazioni della sinistra
extraparlamentare, autonome, alternative e di base (anche a qualche
foglio pornografico, per protestare contro it reato di opinione per
oscenità), che non trovavano un professionisto disposto a firmare la
loro testata.
E'
diventato, per il sistema, un personaggio scomodo. Risultato: 144
incriminazioni, 5 processi, 3
condanne gia passate in
giudicato, il rischio ormai
vicinissimo di finire in galera. Per
questo motivo adesso e latitante,
“per poter continuare, nella clandestinita,
a fare cose "illegali" come garantire
la liberta di stampa”. A Marcello
Baraghini Panorama ha
posto alcune
domande sulla
sua esperienza e i suoi
progetti.
Domanda. Cosa è Stampa
alternativa, e
perche e nata?
Risposta. Stampa
alternativa e
nata
nel '72 con due scopi precisi: far circolare
informazioni alternative all'interno
del movimento rivoluzionario-radicale
e, soprattutto, garantire la liberta di stampa a chiunque ne avesse
bisogno, fornendo tutti i servizi indispensabili, dall'uso della
tipografia alla
distribuzione, alla firma del
direttore responsabile. Questo significa servire veramente da
collegamento per tutte le minoranze, politiche
e no, per i gruppi della sinistra
rivoluzionaria, i proletari in divisa,
i radicali, le femministe, i “diversi”, gli omosessuali.
D. E' per
questo che
siete
“scomodi” per il
potere?
R. Certo:
molto scomodi. Si sono accorti
che il nostro lavoro, assolutamente
legale, è pericoloso, soprattutto
perche, al di la delle teorie, noi
forniamo alle forze dissenzienti strumenti
concreti per esprimersi e agire.
Figuriamoci poi quando ci siamo
messi a dire ai ragazzini che non sono
obbligati a subire qualunque angheria
dei genitori, e che difendersi e un loro preciso diritto.
D. Chi ha
denunciato Contro
la famiglia per
istigazione a delinquere e
oscenita?
R.
Un giovane e noto
neofascista, Marcello
Clarke, amico del picchiatore
Duilio Marchesini. Ma denuncia
e condanna del libro sono comunque solo
pretesti. Lo scopo vero è quello
di continuare a perseguitare
non me, ma il tipo di lavoro che
Stampa alternativa sta svolgendo
da più di quattro anni.
D. In
che modo vi hanno messo i
bastoni fra le ruote?
R. In
tutti i modi possibili. Mi hanno
accusato dei reati d'opinione più incredibili,
mi hanno privato dei diritti
politici. E una vera e propria “messa
fuori legge strisciante”, ma non
per questo meno efficace. Sanno che
la nostra organizzazione e autogestita
e che non ha nessuno alle spalle,
ci provocano continuamente: fino
a quattro citazioni al giorno, perquisizioni,
avvertimenti. Il costo di
tutto questo e elevatissimo: una volta
ho perso un processo perché non avevo i soldi per fotocopiarmi tuti
gli atti. Anche la latitanza costa, e loro lo sanno: è il loro modo
di ricattarmi, per mettermi a tacere.
D. Cosa
farete, per reagire?
R. Innanzi
tutto non mi farò mettere
in prigione, per non lasciar cadere
l'iniziativa delle firme. Continuerò
a garantire l'uscita di tutte le
pubblicazioni che mettono in discussione
i falsi valori del sistema in
cui viviamo. Il
vero problema, in questo momento,
è la mancanza di soldi. Per un
po' abbiamo temuto il peggio, ma
la risposta compatta alle nostre paure
ce l'hanno data i compagni che
da tutta Italia ci stanno testimoniando
concretamente la loro solidarieta.
* Articolo/intervista a cura di
Gisella Pandolfi tratto dalla rivista Panorama del 20 aprile 1976
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